vendredi 6 juillet 2007

CILENTO E LUCANIA


Il Cilento è una subregione montuosa della Campania che si protende come una penisola tra i golfi di Salerno e di Policastro.

Anticamente il Cilento era parte della Lucania (insieme con il Vallo di Diano e il golfo di Policastro): di questo è rimasto segno nel dialetto, nelle tradizioni gastronomiche e nella toponomastica (Vallo della Lucania, Atena Lucana).

Ecco cosa dice l'enciclopedia Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Cilento

ASSOCIAZIONE GRANDE LUCANIA

L’Associazione viene costituita con l’obiettivo di arrivare all’aggregazione alla Regione Basilicata dei territori del Vallo di Diano e del Cilento per realizzare il progetto della Grande Lucania.

È un movimento collettivo, trasversale, che si basa su una comune memoria storica e culturale. Siamo di fronte ad una domanda politica che sale dalle comunità locali. Non è semplice accademia o enfatizzazione culturale, né si tratta di piccoli egoismi o piccoli protagonismi.

È in gioco l’interesse generale del territorio con le sue dinamiche ed aspettative. La politica è chiamata a rispondere per dovere di concretezza e per la serietà della proposta. Il progetto fa riferimento alla storia, ma esprime disagi e difficoltà di intere popolazioni che vogliono contare di più in termini di democrazia e di valorizzazione e distribuzione di risorse.

Il procedimento è abbastanza articolato, non esente da possibili difficoltà, ma nello stesso tempo è garanzia della volontà e della auto determinazione delle comunità locali. Innanzi tutto, la forma dell’articolo 32 della Costituzione Italiana consente la celebrazione del referendum popolare per lo scorporo territoriale da una Regione all’altra. Poi, una sentenza della Corte Costituzionale, datata 2004, ha reso più agevoli le consultazioni popolari. Ancora, la riforma del titolo V° della Costituzione del 2004 ha aumentato i poteri legislativi delle Regioni. Le fasi previste sono: la costituzione comitati civici promotori del referendum; la delibera dei consigli comunali per approvare il quesito referendario; il confronto democratico tra le popolazioni interessate; la celebrazione del referendum consultivo; con la vittoria del referendum il governo recepisce i pareri dei due consigli regionali interessati, secondo un procedimento detto ‘legislativo rinforzato‘.

Certo che il progetto apre uno scenario nuovo che esige dialogo e coinvolgimento delle popolazioni. Si tratta di un ricongiungimento ad un territorio che le vicende storiche hanno separato e che la determinazione delle comunità locali vuole realizzare. Sono, perciò, necessari dibattiti, incontri non solo nel Cilento e nella Valle di Diano, ma anche in Basilicata per informare le giovani generazioni, per combattere i pregiudizi, per risolvere difficoltà, per indicare obiettivi. Si tratta di ricostruire un popolo lucano in cammino, più grande, più ricco di energie culturali e materiali.

La ‘Grande Lucania’ è un treno che parte con la consapevolezza delle difficoltà - di natura politica e istituzionale - ma anche con la determinazione di arrivare al traguardo.

http://www.grandelucania.it

mardi 22 mai 2007

Abbandonare la Campania e ritornare nella Basilicata o, meglio, nella “Grande Lucania”.

E’ questa la proposta di un nutrito gruppo di sindaci del Vallo di Diano, Cilento e Golfo di Policastro ai quali si aggiunge il sostegno di imprenditori locali e, ovviamente, della popolazione.


La “rivolta” scoppiata nel luglio 2006 come occasione per contrastare i tanti, troppi villeggianti napoletani, che affollavano le coste del cilento, si sta estendendo a macchia d’olio, tanto che nei primi due mesi, già 21 comuni aderirono al movimento pro Lucania. Centri come Capaccio, Vibonati, Castellabate con i loro sindaci in testa hanno dato vita alla rivolta antinapoletana ed anticampana, ed ora i comitati civici per la “Grande Lucania” sono, ormai, in quasi tutti i comuni della zona, quali Ascea, Sapri, Vallo della Lucania, Padula, Sala Consilina, Atena Lucana. L’apparteneneza alla lucania di questo territorio, denso di storia e cultura, terminò sotto il dominio di Giuseppe Bonaparte, che lo annesse alla Campania; questa decisione fu, inoltre, confermata dai Borboni, dai Savoia e da Mussolini durante il Fascismo, ed anche nel dopoguerra fino ad oggi.

E’ bene però, capire meglio i perchè di questa volontà di ritornare in Lucania da parte delle popolazioni del Cilento e del Vallo di Diano.

C’è da dire, innanzitutto, che la Basilicata è una delle regioni del sud che vengono amministrate meglio, è la migliore ad amministrare i fondi sia europei che derivanti dalle estrazioni petrolifere in Val d’Agri e ad investire nella ricerca, non a caso l’Università della Basilicata è la prima del Mezzogiorno.


Al contrario, i comuni campani, appartenenti soprattutto all’area scissionista, spesso non vedono arrivare, dalla regione, i fondi necessari allo sviluppo economico, sociale e culturale della propria comunità.

Questi centri, molti dei quali non superano i duemila abitanti, vivono i più diffusi e difficili problemi come il continuo spopolamento e la mancanza di lavoro prima di tutto; il passaggio dalla Campania alla Basilicata significherebbe la possibilità di un miglioramento delle situazioni sopra evidenziate.

Dalla classe politica lucana si registrano, in generale, molti pareri positivi riguardo a questo storico ed epocale progetto, insomma, sul fronte lucano la questione viene affrontata a viso aperto e si stringono, giorno dopo giorno, alleanze con il Vallo di Diano ed il Cilento.

Per il momento, il dibattito istituzionale è incentrato principalmente su come creare una maggiore interazione e sviluppare progetti di interesse comune per la Val d’Agri ed il Vallo di Diano e Cilento.